giovedì 24 ottobre 2013

ARTICOLO TROVATO IN UN SITO INTERNET DI INFORMAZIONE

Questo articolo che postiamo oggi, è stato tratto dal sito internet affari italiani, qui sotto il link del post
http://www.affaritaliani.it/fattieconti/la-nuova-frontiera-contro-la-crisi221013.html

Nessuna critica a tutto quello che cè scritto, anzi, piuttosto una riflessione:
è propio tutto vero che quello che dicono???...gli incassi delle lavandrie self service sono davvero cosi alti e così facili???
Mi piacerebbe avere qualche parere....
Ecco a voi il post.....

La nuova frontiera contro la crisi?
Aprire una lavanderia a gettone
Martedì, 22 ottobre 2013 - 09:56:00
Di Marco Scotti

Esodati e manager che hanno perso il lavoro? Oggi c’è una soluzione che potrebbe aiutarli a rimettersi in carreggiata a fronte di un piccolo investimento: aprire una lavanderia self-service. Il costo di avvio dell’attività è relativamente basso e l’impresa può rendere bene. A sostenere questa tesi è Rocco di Bari, il Director of International Sales – Europe di Alliance International, intervistato da Affari Italiani.

Direttore Di Bari, perché una persona ai margini del mercato del lavoro dovrebbe decidere di aprire una lavanderia self-service?
È il momento ideale: c’è parecchia gente che è alla ricerca di un lavoro, gente che è uscita dalla propria precedente esperienza con un indennizzo che però non è sufficiente per investimenti significativi. La nostra proposta, invece, ha un investimento relativamente ridotto e ha un ritorno molto stabile. Questa è una realtà già affermata negli Stati Uniti (dove ce ne sono 30-40.000) mentre nel nostro Paese ancora è una realtà poco sviluppata.

Quanto costerebbe? E quale sarebbe la resa di un negozio di questo tipo?
Un punto vendita di 50 mq, medio-grande per i nostri standard, può costare 60-70.000 euro. Metà della somma va nelle macchine, l’altra metà in impianti e arredo. In uno spazio come questo possono starci sei lavatrici e sei asciugatrici. Normalmente producono degli incassi dai 150-200 euro al giorno. Di media, perché quando piove si lavora di più, d’inverno si lavora di più. Su 150-200 (a spanne) su 360 giorni, stiamo parlando di 70-80.000 euro di incasso. Il costo totale di gestione è di circa il 30%, tra affitto, energia e altre piccole spese.

Si crea anche nuova occupazione?
In realtà basta avere la vigilanza, non c’è altro personale coinvolto. Parliamo di impegno minimo, che ci fa tornare a un’impresa territoriale monopersonale, una situazione cui non eravamo più abituati.

Prevedete forme di finanziamento? E che tipo di assistenza avete in mente di offrire a chi decide di aprire una lavanderia in franchising?
Nel concept che abbiamo in mente vorremmo riuscire a coprire il 50-60% dell’investimento totale, da rimborsare in 6-8 anni. La nostra attività non richiede nessuna competenza specifica, non ci rivolgiamo a lavanderie tradizionali per convertirle ma a non professionisti, gente che cerca una attività senza grande impegno, senza necessità di assumere gente. Rivolgendoci a non esperti, li seguiamo dall’idea iniziale fino alla progettazione, diamo pareri sul locale che hanno trovato, se è adeguato, facciamo il progetto di layout, portiamo l’arredo, le macchine e gli impianti. Gli forniamo l’assistenza tecnica e perfino la fornitura e i materiali di consumo (detergenti ecc) che vengono installati con sistemi automatici: l’utente non deve mettere il suo detersivo ma la macchina fa tutto da sola. Infine, ci occuperemo anche di promuovere il marchio.

Qual è il vostro “piano d’azione” in Italia e in Europa?
In Italia apriremo a Firenze il primo punto vendita pilota, ma poi vogliamo partire quasi subito con una serie di altre iniziative analoghe. La nostra idea è di 1500 aperture in Europa nei prossimi 4 anni. In Italia abbiamo un buon partner, con i suoi marchi, senza seguire un concetto di arredo. Per l’aspetto dei finanziamenti la Banca d’Italia non ci permette di operare nel settore del credito, proveremo a cercare un partner che possa farlo, ma intanto per il 2014 non potremo concedere alcun tipo di finanziamento.

Che pubblico vi aspettate di attrarre?
La base sono studenti e immigrati. In generale la lavanderia self service va molto a discapito delle lavanderie tradizionali. Con le macchine grandi e le grandi asciugatrici bastano 20 minuti per lavare tende e copri divani senza dover spendere cifre importanti nella solita tintoria.

E quali pensate che saranno le figure maggiormente interessate a entrare in questo tipo di business?
Secondo me non saranno imprenditori e negozianti a fare questo business, i nostri clienti saranno persone fuoriuscite dal mondo dal lavoro, che non sono pronte a sacrificare tutto il loro tempo. I negozi, tendenzialmente, apriranno entro 500 metri da casa.